All’interno dei Centri Polifunzionali Sociosfera offriamo anche consulenze mediche e per la salute.
Conosciamo meglio la nostra biologa nutrizionista Antonella Alfieri che ha risposto ad alcune domande per illustrare il suo lavoro e l’importanza che la nutrizione riveste per raggiungere armonia e benessere.
Chi è il biologo nutrizionista?
Veniamo spesso confusi con dietisti, dietologi o alimentaristi… Il nutrizionista è un biologo abilitato all’esercizio della professione iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB), con specifiche competenze in ambito nutrizionale; il suo ruolo è quello di far nascere una COSCIENZA ALIMENTARE (ovvero insegnare al paziente ad alimentarsi in modo corretto), e in secondo luogo fornire un supporto nutrizionale adeguato per ritrovare un EQUILIBRIO METABOLICO.
Ciò non significa soltanto dimagrire, significa soprattutto raggiungere uno stato di Salute entrando in armonia con il cibo e con se stessi.
Chi può rivolgersi a lei e qual è il suo campo d’azione?
Possono rivolgersi a un nutrizionista adulti, bambini, anziani, donne in gravidanza o in allattamento, sportivi, vegetariani, persone allergiche o intolleranti a determinati alimenti, persone con disturbi del comportamento alimentare, soggetti con patologie accertate …
Mediante l’impiego di strumentazioni non invasive vengono rilevati parametri utili per la valutazione dei fabbisogni nutrizionali quali ad esempio il peso corporeo, le circonferenze e la composizione corporea (Massa grassa, Massa Muscolare, Liquidi …) per poter poi redigere un piano nutrizionale personalizzato che tenga conto delle esigenze nutrizionali dell’individuo ma anche delle sua abitudini e stili di vita.
Perché è importante fare prevenzione alimentare fin dalle scuole elementari?
Io dico sempre che prima di fare educazione alimentare ai bimbi bisognerebbe farla ai genitori e agli insegnanti in quanto sono i primi a fornir loro l’esempio quotidiano.
I dati sull’obesità infantile sono preoccupanti, e bisogna tenere conto che bambini e adolescenti obesi hanno una probabilità elevatissima di esserlo poi anche da adulti!
A braccetto con il grasso si presentano patologie solitamente associate all’adulto come il diabete di tipo II, ipercolesterolemia e dislipidemie, ipertensione, malattie cardiovascolari… in parallelo possono poi comparire disturbi dell’immagine corporea, diminuzione dell’autostima e disturbi del comportamento alimentare, tutte situazioni che vanno ad impattare le relazioni sociali a scuola, nello sport, e un domani nel lavoro e nelle relazioni affettive.
Credo che vi sia dunque più di un valido motivo per iniziare fin da piccoli a prestare attenzione a ciò che si mangia.
Può fornirci qualche consiglio utile e pratico da applicare quotidianamente?
Negli ultimi due anni si è sentito tanto parlare di corretta alimentazione grazie ad EXPO, sarebbe un peccato non parlarne più!
Imparare a mangiare in modo corretto non è una moda, è necessario per la vita di tutti i giorni, non solo per indossare un vestito in cui non entriamo da anni… quindi non aspettiamo un altro evento mondiale per pensare alla nostra salute! Prestiamo più attenzione quotidianamente partendo da una colazione sostanziosa, aumentiamo il consumo di alimenti protettivi quali frutta e verdura, alimenti integrali, proteine vegetali (legumi quali lenticchie, piselli, ceci, soia….), diminuiamo il consumo delle proteine animali cattive (contenenti grassi saturi) aumentando il consumo di pesce ricco di acidi grassi essenziali buoni; cerchiamo sempre di associare i carboidrati alle proteine favorendo il piatto completo (pasta e legumi, farro e cubetti di prosciutto, pasta e ceci, risotto col pesce….); limitare il consumo di bevande zuccherate e in generale di zuccheri semplici e di prodotti da forno confezionati; infine ma non per minor importanza, muoversi di più!!! Cercare di camminare almeno una mezz’ora al giorno, fare le scale a piedi, lasciare a casa la macchina, usare la bicicletta, usare meno la lavastoviglie e magari lavare i piatti assieme ai nostri figli per insegnare loro che il movimento può iniziare anche da piccole cose ed è più divertente se fatto in compagnia.
Può spiegarci l’importanza della collaborazione con altri professionisti e del lavorare in team?
Lavorare in team è fondamentale per avere una visione del paziente a 360 gradi; gli operatori del benessere che si trovano a collaborare non devono considerare la persona come un puzzle di “pezzi” disconnessi, bensì come un’unità complessa che può essere riequilibrata e modulata mediante l’alimentazione, l’attività fisica, le tecniche psicologiche… si tratta dunque di una cooperazione volta a occuparsi della persona nella sua globalità.
L’esigenza di lavorare in parallelo sotto vari fronti nasce da una motivazione fisiologica: il collegamento tra intestino e cervello è ben più stretto di quello che si possa immaginare, nell’intestino, infatti, troviamo una rete nervosa di oltre cento milioni di neuroni che gestiscono le attività intestinali e che si collegano al cervello tramite il sistema nervoso vegetativo; per tali motivi l’intestino è anche chiamato “secondo cervello”. Di tale rete fanno parte anche il sistema endocrino e il sistema immunitario, i sistemi si parlano in modo bidirezionale e i professionisti della salute devono sapere cogliere e interpretare alterazioni o interruzioni di tale linguaggio per aiutare l’individuo a ritrovare il suo equilibrio.
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