La collega psicologa Alessandra Moruzzi offre uno sguardo sui 𝐯𝐢𝐬𝐬𝐮𝐭𝐢 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐢 dei bambini con difficoltà di apprendimento.
I ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sperimentano fin dai primi anni di scuola sentimenti di frustrazione e impotenza davanti a quei compiti che per gli altri compagni risultano “così facili” come leggere, scrivere, contare. Mentre gli altri compagni di classe imparano rapidamente i ragazzi con DSA spesso rimangono indietro nel programma didattico, rischiando di andare incontro a lacune importanti che si sommano alle difficoltà esistenti.
Ma cosa possono fare i genitori a casa per supportare emotivamente il proprio figlio con difficoltà scolastiche
Partiamo dal presupposto che tutti i bambini desiderano avere successo a scuola: a nessun alunno “piace” prendere brutti voti! Tuttavia spesso i ragazzi nascondono la propria sofferenza derivata dall’insuccesso scolastico mostrando un atteggiamento oppositivo, rinunciatario o a volte superficiale.
Tutto questo non deve “ingannare” l’adulto: un bambino che sembra poco motivato e interessato alla scuola è in realtà un bambino che sta facendo fatica e che non trova nella scuola nessuna occasione di rinforzo.
È importante quindi che possa sentirsi capace e competente e che vengano sottolineati i suoi punti di forza.
Un bambino che fa fatica a leggere, ad esempio, potrebbe essere molto creativo e abile nel disegno.
Rinforzare positivamente ogni piccolo sforzo o miglioramento è molto importante: è più efficace lodare il ragazzo per il compito e l’impegno dicendogli: “Ottimo lavoro! Ti sei impegnato molto!”, anzichè lodarlo con un “Bravo!”; il ragazzo potrebbe sentirsi “una brava persona” solo quando riesce bene a scuola, e questo potrebbe influenzare negativamente la sua autostima in futuro.
Oltre a rinforzare l’impegno e i comportamenti è spesso consigliabile far fare i compiti insieme ad un tutor specializzato: infatti i ragazzi non amano fare i compiti con i genitori, perché i fattori relazionali producono spesso litigi e incomprensioni.
Mostrare le proprie debolezze scolastiche al proprio genitore risulta davvero molto faticoso emotivamente.
Il genitore ha però il “compito” di supportare emotivamente e motivare il proprio figlio all’apprendimento; comprendere le sue difficoltà, accettarne i limiti e le fatiche, offrirgli tutte le opportunità di miglioramento, valorizzare i suoi punti di forza e rinforzare ogni piccolo passo in avanti.