Con l’espressione “disabilità sensoriale” si fa riferimento ad una particolare categoria delle disabilità e in questo articolo proveremo a darle una definizione.
Il termine disabilità è recente e ha preso il posto di altre espressioni che la comunità scientifica non ha più ritenuto adeguate, ma nel contempo si è presentata la difficoltà di dare una definizione univoca a questa parola.
Tra le definizioni disponibili di disabilità al momento la più autorevole è quella dell’ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute), seppur non sia quella più semplice. Infatti, questo termine viene utilizzato per definire menomazioni, limitazioni dell’attività o restrizioni della partecipazione.
In questo modo la disabilità non implica solo una componente medica, ma si prendono in esame anche la componente dell’attività, che la persona con disabilità può o non può svolgere, e il tipo di partecipazione che gli è possibile nei diversi ambiti di vita.
Una volta chiarito il termine disabilità prendiamo in considerazione il termine sensoriale che ha origine dalla parola “senso”.
I sensi dell’essere umano hanno il principale compito di percepire l’ambiente esterno e raccogliere da esso informazioni più o meno importanti. I sensi ci permettono di conoscere ciò che ci sta attorno e di intervenire nel nostro ambiente circostante in maniera efficace.
Possiamo dedurre che tante più informazioni ha una persona di un ambiente quanto più potrà conoscerlo e, di conseguenza, trovarsi a suo agio. Al contrario, se alcune informazioni importanti non vengono percepite da un individuo, vengono a mancare le chiavi di lettura del contesto in cui è inserito e pertanto faticherà a intervenire in modo adeguato e si sentirà disorientato.
I sensi dell’essere umano sono la vista, l’udito, il gusto, il tatto e l’olfatto e, pertanto, quando si parla di disabilità sensoriale ci si potrebbe ingenuamente aspettare che ci si riferisca alla compromissione in una di queste abilità, invece non è così.
Con il termine disabilità sensoriale si intendono solo le compromissioni legate alla capacità di vedere e di sentire.
Con questo termine ci si può riferire alla cecità o all’ipovisione, alla sordità o all’ipoacuisia, oppure in presenza di compromissioni ad entrambi i sensi si parla di sordocecità.
La disabilità sensoriale, così definita, si caratterizza quindi per la compromissione ai principali sensi che permettono di percepire ciò che altri comunicano. Una lesione o una disfunzione all’apparato visivo non permettono di cogliere a pieno la comunicazione non verbale del proprio interlocutore e, nello stesso modo, una lesione o una disfunzione all’apparato uditivo non permettono di percepire in modo chiaro ciò che viene detto da un’altra persona.
In ambito scolastico ci si interroga su come trasmettere il sapere ad un alunno caratterizzato da una o da entrambe le disabilità sensoriale.
A tal proposito la legge-quadro 104/92 prevede che in queste circostanze l’apprendimento didattico preveda modalità e strategie adeguate per garantire il diritto allo studio degli studenti, anche grazie all’intervento di specialisti come l’assistente alla comunicazione e al tiflologo.
Articolo di Samantha Bruno, psicologa dell’area servizi educativi e disabilità.