L’abilità visiva riveste un ruolo predominante nella nostra società, che comunica perlopiù con immagini, e nella vita quotidiana, poiché la vista ci permette di poter interagire in modo immediato con ciò che ci circonda.
Un disturbo visivo può essere caratterizzato da diversi gradi di severità. Una miopia, un astigmatismo o un’ipermetropia possono essere superati con l’utilizzo di occhiali, altre situazione patologiche come la cataratta possono essere risolte con un’operazione, mentre altre problematiche risultano irreversibili e invalidanti nella comunicazione e nell’interazione con l’ambiente circostante.
La disabilità visiva rientra tra le disabilità sensoriali ed è stata definita dalla legge n.138 del 3 aprile 2001 utilizzando principalmente due parametri che sono l’acuità visiva, ossia la nitidezza nella percezione visiva, e il campo visivo, che è l’ampiezza dell’area percepita dai due occhi.
Una persona con una vista nella norma presenta un residuo visivo di 10/10 in termini di acuità visiva e un residuo perimetrico al 100 per cento in merito al campo visivo.
La legge sopracitata definisce la situazione di cecità e la situazione di ipovisione.
Per ciechi totali si considerano coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi; coloro che hanno la mera percezione dell’ombra e della luce o del molto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, oppure coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3 per cento.
Per ciechi parziali si intendono le persone che presentano un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione, oppure che hanno un residuo perimetrico binoculare inferiore al 30 per cento.
Come le situazioni di cecità vengono distinte in totali e parziali, le tipologie di ipovisione vengono distinte per gravità in gravi, medio-gravi e lievi.
Si reputano ipovedenti gravi coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione, o coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30 per cento.
Si ritengono ipovedenti medio-gravi coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione, e coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 50 per cento.
Si considerano ipovedenti lievi coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione, o coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 60 per cento.
Delle risorse utili per chi si trova ad affrontare una disabilità visiva possono essere il sito dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (AIPB) e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti che con delle sezioni territoriali ha l’obiettivo di stare accanto ai propri associati.