Il codice Braille è un sistema di letto scrittura che sfrutta l’abilità percettiva dei polpastrelli delle dita della mano per cogliere informazioni. Solitamente viene utilizzato in alternativa al codice in nero che permette alle persone vedenti di leggere e scrivere.

Il codice Braille non è utilizzato da tutte le persone con difficoltà visive, infatti la questione è più complessa di quanto si pensi. Le persone che diventano cieche nel corso della vita adulta difficilmente intraprendono l’apprendimento del Braille e, solitamente, preferiscono le risorse audio.

D’altra parte in tenera età la definizione del sistema di letto-scrittura è dettata dalle caratteristiche della persona. Quindi alcune persone ipovedenti apprendono anche il sistema braille perché permette loro una maggiore fluidità di lettura rispetto al codice in nero. D’altra parte, invece, alcune persone non vedenti con difficoltà alla motricità fine riscontrerebbero troppe difficoltà ad apprendere il codice a punti e si predilige un apprendimento orientato alle risorse audio.

I tentativi di scrittura e lettura tattile precedenti al codice Braille erano adattamenti degli alfabeti visivi che non erano adeguati per i bisogni delle persone non vedenti. Charles Barbier aveva già intuito che un sistema a punti sarebbe stato più funzionale per la letto-scrittura tattile, ma fu Braille a sviluppare il sistema e nel 1878 il Congresso Internazionale per l’educazione dei ciechi di Parigi dichiarò il Braille codice ufficiale di scrittura e lettura per non vedenti in tutti gli stati.

Come funziona

Il codice Braille è un sistema di segni basato su sei punti posti in un rettangolo, formato da due colonne e tre righe. Variando la quantità di punti e le configurazioni di essi all’interno del reticolo prendono forma i caratteri dell’alfabeto Braille.

Ciascun carattere occupa lo spazio di un rettangolo di 2 mm di larghezza e 3 mm di altezza e può possedere da uno a sei puntini, ad eccezione dello spazio che è indicato da un rettangolo vuoto.

Il sistema Braille non ha differenti caratteri per maiuscolo e minuscolo, ma prima della lettera maiuscola si aggiunge un segno specifico di maiuscola e nello stesso modo, le cifre numeriche nel codice Braille coincidono con le prime dieci lettere dell’alfabeto e sono riconoscibili perché prima del carattere è presente il segno numero.

Quello descritto fino ad ora è il Braille a sei punti, ma l’avvento del computer ha portato delle nuove necessità che sono state soddisfatte dal codice a otto punti che permette un maggior numero di combinazioni.

Come si legge

Dopo aver introdotto le caratteristiche del codice Braille è importante soffermarsi su come si legge. Innanzitutto il codice Braille si legge da sinistra a destra, come il codice nero.

Però è da sottolineare che solitamente le immagini mostrano una mano che tocca i puntini del codice Braille, ma questa esplorazione non consente la lettura, mentre l’utilizzo di entrambe le mani in modo coordinato ed adiacente permette ai polpastrelli di accedere alle informazioni fornite dai puntini.

Infine, per la lettura del codice Braille e quindi per sviluppare l’abilità di decifrare il codice a punti con i polpastrelli, è necessario investire molte risorse, di conseguenza per le persone vedenti che non utilizzano assiduamente questo codice è più semplice leggerlo con gli occhi piuttosto che con il tatto.

Autrice: Samantha Bruno, psicologa dell’area servizi educativi e disabilità di Sociosfera Onlus.

 

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