Oggi intervistiamo una persona che vi farà “partecipare” allo spazio compiti di perCorsi, il suo nome è Irene.
1. Ciao Irene, da piccola c’era qualcuno che ti seguiva per fare i compiti? Se sì, come ti aiutavano e con quale
metodo?
Mi è sempre piaciuto fare i compiti, sin dalle scuole elementari. Tornavo a casa, mi mettevo sul tavolo
della cucina, accendevo la tv e, guardando i miei cartoni preferiti, iniziavo a farli. Mi piaceva potermi
distrarre per vedere una scena di Rossana mentre completavo schede di italiano. Mia mamma vedeva che
lavoravo bene in questo modo, quindi non mi ha mai detto nulla. Studiare mi piaceva meno, forse perché
non mi piaceva l’idea di dover ripetere e non mi sentivo mai all’altezza; sapevo che per quanto potessi
ripete nella mia cameretta non sarebbe mai uscito come a scuola.
2. Ora che sei grande, avresti voluto essere seguita nel fare i compiti?
No, anche con la consapevolezza che essere seguita da una persona mi avrebbe aiutata e mi avrebbe
alleggerito il carico di studio, che a volte sentivo veramente troppo pesante, non cambierei come ho
imparato a studiare e a fare i compiti. Questo perché mi ha fatto capire che ci sono modi differenti e
ognuno ha il suo. Forse però, al posto della tv che ogni tanto mi distraeva e teneva compagnia, sarebbe
stato bello avere un’amica o amico con cui fare i compiti e condividere quelle ore di studio. All’università
ho imparato a studiare con alcune compagne, perché si tratta di questo, imparare a studiare.
3. Oggi che lavori nelle scuole e segui ragazze e ragazzi nel fare i compiti, qual è il tuo metodo e
perché l’hai scelto?
Penso che il metodo cambi dalla persona che abbiamo davanti e siamo noi a dover capire quale metodo
sta meglio addosso ad ognuno. Non c’è una linea obbligata ma tante vie e, per tentativi, si arriva a quella
più funzionale per ognuno. C’è chi ha bisogno di completare tutti i compiti subito per poi sentirsi sereno e
libero di poterti raccontare la sua giornata o c’è chi tra una pagina di storia e due espressioni ti fa mille
domande. C’è chi ha bisogno di ripetere, chi ha bisogno di scrivere o chi deve fare mappe per
memorizzare le informazioni importanti. Penso che il metodo migliore sia conoscere i ragazzi che
aiutiamo, imporre loro un metodo che non gli appartiene non li farà mai sentire a loro agio, non li porterà
ad un’autonomia nello studio, che è l’obiettivo di uno spazio compiti.
4. Cosa vuoi dire ai ragazzi e ragazze per convincerli a partecipare allo spazio compiti di perCorsi?
Ai ragazzi e alle ragazze vorrei dire di cogliere l’opportunità di alleggerire un carico che a volte pesa,
stare in compagnia, senza giudizio o pressioni, condividere difficoltà e risate, può solo farvi bene. Non si
tratta solo di fare compiti, è uno spazio nel quale prima mettiamo davanti la persona. Se volete fare
amicizia, non stare chiusi in casa, sul tavolo della cucina mentre guardate la tv o nella vostra cameretta, a
fare i compiti, questo è lo spazio giusto per voi. Vi aspettiamo!
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